Intersezionale nel Parco delle Foreste Casentinesi con gli amici di Campobasso

Il ritrovo e la partenza di domenica 27/10 è stata anticipata alle ore 7,00
Dal 25/10/2024 Al 27/10/2024
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DATA domenica 27 ottobre
Titolo Escursione in Appennino
Difficoltà E
Accompagnatori Matteo Zama (cell.3488112271)
DATA da venerdì 25 a domenica 27 ottobre
Titolo
Intersezionale nel Parco delle Foreste Casentinesi con gli amici di Campobasso

Venerdì 25 Ottobre 2024

Passo Piancancelli - Monte Falco - Monte Falterona - Lago Idoli - Capo D'Arno - Borbotto - Passo Piancancelli

 

Partenza: ore 7,30 Piazzale Pancrazi  con mezzi propri

Difficoltà: E

Durata: ore 4,30 soste escluse

Dislivello: 625 mt. circa

Attrezzatura: da escursione leggera, pranzo al sacco.

 

Classica escursione ad anello nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Partiamo per il nostro trekking dal parcheggio di Passo Piancancelli e prendiamo il largo sentiero "00" che sale lentamente poi più decisamente fino alla fonte "Sodo dei Conti" Durbech e poi in cima al Poggio Sodo dei Conti; proseguendo sul sentiero a destra in breve arriviamo sul Monte Falco (mt.1657) la massima quota della nostra escursione e il punto più alto di tutta la Romagna. Seduti sulla comoda panchina del belvedere ammiriamo il meraviglioso panorama. Si scorge l'Appennino Occidentale Romagnolo e parte di quello Bolognese. Seguendo sul crinale il sentiero n.00 (GEA – SOFT – ALTA VIA DEI PARCHI), circondati dalla rigogliosa foresta arriviamo alla cima del Monte Falterona (mt.1654).

Dalla croce il panorama è superbo, nelle giornate limpide si riesce ad occhio nudo a vedere la costa romagnola. Scendiamo ora ripidi dal Falterona seguendo il sentiero 3 poi al bivio a quota 1543 mt. il sentiero 4 che al termine della discesa e dopo un'ulteriore bivio ridiventa sentiero 3 ed ora proseguendo in falsopiano, arriviamo al Lago degli Idoli, anche qui è presente un bivacco. Il Lago degli Idoli è il più importante sito archeologico Casentinese, in cui è stata raccolta una delle più cospicue testimonianze del culto del mondo etrusco. Furono recuperate infatti circa 650 statuette in bronzo, alcune delle quali sono conservate al British Museum di Londra, al Louvre di Parigi, all’Ermitage di San Pietroburgo e alla National Gallery di Baltimora. Proseguiamo ancora per il sentiero 3 e senza particolari dislivelli per circa 700 metri fino a Capo d’Arno (mt. 1372).

Nel punto in cui nasce il Fiume Arno una lapide ricorda i versi che il sommo poeta Dante scrisse nella Divina Commedia (Purgatorio, Canto XIV). Da qui in leggera salita seguendo il sentiero 17 giungiamo al passo Le Crocicchie (mt.1406) per poi scendere ripidamente alla Fonte del Borbotto dove è presente anche l’omonimo bivacco. Dopo circa un chilometro troviamo il piccolo laghetto di Gorga Nera (formatosi da una serie di frane) dove vi è la presenza di una rana autoctona, la "Rana Temporaria", detta anche Rana montana i cui maschi nel periodo della riproduzione emettono suoni gutturali da cui potrebbe aver avuto origine, secondo alcuni, il nome dello stagno. Altre notizie riferiscono che il termine “gorga nera” indicava i luoghi in cui si originavano (o si pensava che si originassero) tuoni o boati che si manifestavano con l’avvicinarsi delle perturbazioni atmosferiche, in genere tali rumori erano considerati anche nefasti. Sembra, inoltre, che la sorgente dell’Arno e l’area della Gorga Nera fossero collegate con un tunnel all’interno del quale Dante, visitandolo, immaginò la "selva oscura". Da qui una comoda pista forestale (sentiero n.8) sale prima dolcemente e poi un poco più decisamente fino al nostro punto di arrivo e partenza "Passo Piancancelli".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabato 26 Ottobre 2024

La Lama e le Foreste Sacre

 

Partenza: ore 7,00 Piazzale Pancrazi  con mezzi propri

Difficoltà: E
Durata: ore 6,00 soste escluse (considerare 2 ore per il pranzo al saccco alla lama e visita all'Eremo di Camaldoli per chi non ha mai visitato e per i nostri amici del CAI Campobasso"
Dislivello: 800 mt. circa
Attrezzatura: da escursione leggera

 

Punto di partenza sarà il Passo Fangacci, da qui si parte con indicazioni Lama (n 227) sulla sinistra del Rif. Fangacci, si comincia a scendere il sentiero e dopo poco si affiancherà il torrente degli Scalandrini con la sua omonima cascata.

La discesa è rapida e scopre angoli tra i più belli e particolari della zona, gradualmente si arriverà in fondo al sentiero dove troviamo un ponte in pietra che incrocia altri sentieri. Proseguiremo a destra per il sentiero n.229 che affiancando in piano il fosso della Lama ci porterà alla “Casa Forestale della Lama”. Il nome di questo luogo starebbe a significare pantano o acquitrino, il termine aveva in passato questa accezione, derivante dal latino, ma anche quella di fianco scosceso di un poggio. Queste caratteristiche sono in effetti riscontrabili nella zona. Oggi in questa località rimane la più recente Casa delle Guardie, una piccola Chiesa e un rifugio per i turisti.

Dalla Lama ritorniamo sui nostri passi ed al bivio con gli Scalandrini proseguiamo dritto per il sentiero n.229 direzione Giochetto. Si sale per circa due ore attraverso una parte della foresta della Lama e superando il Fosso degli Acuti che ci lasceremo sulla destra e attraverso la faggeta si continua a salire fino ad arrivare all'innesto con il sentiero 00. Di fronte abbiamo il sentiero n.70 che in venti minuti ci porta all'Eremo di Camaldoli, da visitare assolutamente!!

Si riparte seguendo la strada asfaltata che risale sulla sinistra della forestale, proseguiamo per circa 500 metri fino a trovare sulla sinistra, sotto la croce in legno, il sentiero n.74 che sale verso Prato Penna, saliamo per circa quaranta minuti andando con calma immersi nell'abetaia sacra dell'Eremo, ad un certo punto noteremo che il cielo comincia ad illuminare il bosco: spazio aperto e sole: siamo a Prato Penna. Da qui vediamo sulla destra della madonnina, le indicazioni del sentiero CAI 00 ( E1 ) verso Passo Fangacci, iniziamo la salita per circa trenta minuti fino ad arrivare alla Cava dei Frati, 1358 m., il nostro punto più alto della giornata, da qui scendiamo fino ad arrivare al nostro punto di partenza : Passo Fangacci.

 

Venerdì 25 Ottobre 2024 Passo Piancancelli - Monte Falco - Monte Falterona - Lago Idoli - Capo D'Arno - Borbotto - Passo Piancancelli

Partenza: ore 7,30 Piazzale Pancrazi  con mezzi propri
Difficoltà: E 
Durata: ore 4,30 soste escluse
Dislivello: 625 mt. circa
Attrezzatura: da escursione leggera, pranzo al sacco.
Sabato 26 Ottobre 2024 La Lama e le Foreste Sacre
Partenza: ore 7,00 Piazzale Pancrazi  con mezzi propri
Difficoltà: E 
Durata: ore 6,00 soste escluse (considerare 2 ore per il pranzo al sacco alla Lama e visita all'Eremo di Camaldoli per chi non l'ha mai visitato e per i nostri amici del CAI Campobasso)
Dislivello: 800 mt. circa
Attrezzatura: da escursione leggera
Accompagnatori Matteo Zama (cell.3488112271)



Domenica 27 Ottobre 2024

Il Sentiero della Linea Gotica

 

 

Partenza: ore 7,00 Piazzale Pancrazi  con mezzi propri

Difficoltà: E

Durata: ore 3,00 soste escluse

Dislivello: 400 mt. circa

Attrezzatura: da escursione leggera, pranzo al sacco.

 

Il sentiero ad anello dedicato alla linea gotica è ben segnalato e non presenta particolari difficoltà. Lungo l’itinerario sono presenti alcune segnalazioni che indicano le postazioni tedesche.

Dal Monastero di Camaldoli si segue il segnavia Cai n°72 che procede in salita verso Il Poggio Muschioso. Il tratto iniziale, di circa 500 metri, si presenta in salita fino ad una sella fra Poggio Muschioso Alto e Poggio Muschioso Basso in prossimità del Rifugio Secchiete, mentre il resto del percorso mantiene un andamento pianeggiante. Si arriva ad un bivio di sentieri e si gira a sinistra sul segnavia 94 lungo il sentiero dei Tedeschi fino alla strada che porta ad Asqua. Da qui si prosegue a sinistra verso Camaldoli e al bivio di nuovo a sinistra verso l'Eremo e giunti nel punto dove la strada interseca il sentiero n°72 si ripercorre in discesa il breve percorso dell'andata fino al Monastero di Camaldoli.

Il primo tratto costeggia la Riserva naturale biogenetica di Camaldoli che rappresenta uno dei complessi boscati italiani di più antica gestione. La riserva ha una storia millenaria e da 150 anni è gestita dal Corpo Forestale dello Stato; si estende per oltre 1.100 ettari, con una copertura forestale di oltre il 90%, costituita prevalentemente da boschi di abete e faggio. L’ultimo tratto ripercorre scendendo il sentiero dei tedeschi. Il tempo di percorrenza è di circa 2,40 ore.

 

LA LINEA GOTICA

La Linea Gotica (Gotenstellung in tedesco) rappresenta un significativo esempio di struttura difensiva, progettata nell’idea di sfruttare la natura impervia del territorio per tenere un esteso fronte con limitate forze. Seguendo la morfologia della displuviale appennica con andamento NW- SE, la Gotenstellung (poi rinominata, a partire dalla primavera 1944, Linea Verde per impedire ripercussioni propagandistiche in caso di sconfitta) divideva l’Italia in due, da Massa Carrara a Pesaro, per un totale di circa 320 km di fortificazioni estese tra il Tirreno e l’Adriatico. Iniziato a costruire nel novembre 1943 per volere del Feldmaresciallo Kesserling, questo sistema di posizioni, articolato su allineamenti progressivi, aveva l’obbiettivo di ritardare l’avanzata alleata verso il nord da parte delle truppe Alleate del Gen. Alexander. I lavori di costruzione si intensificarono man mano che la situazione bellica precipitava: con il collasso della Linea Gustav a Monte Cassino agli inizi del 1944, i tedeschi decisero di concentrarsi nella primavera dello stesso anno nella pulizia dei territori interessati da eventuali forze partigiane: questo ha condotto alle efferate rappresaglie della Pasqua 1944, che portano il nome, nel territorio casentinese, di Vallucciole, Moscaio, Partina e Lonnano. Dopo la caduta di Roma, nel giugno 1944, i lavori raggiunsero il massimo culmine, triplicando armamenti e forza di lavoro, mentre il fronte, nel Settembre 1944, superava il Casentino, lasciando inutilizzato il settore interessato della Linea Gotica. Solo nell’aprile 1945 gli Alleati, grazie a una strategia basata sulla demoralizzazione dell’avversario con attacchi da parte di commandos e bombardamenti continui e mirati, riuscirono ad avere la meglio su un nemico oramai esausto: conquistate Massa e Carrara tra il 9 e 10 Aprile, il 19 Aprile, una Bologna già insorta autonomamente salutava l’entrata dei liberatori. L’invasione tedesca sarebbe terminata definitivamente dopo. pochi giorni, il 25 aprile 1945

TESTIMONIANZE LUNGO IL SENTIERO

I segni delle fortificazioni presenti lungo il percorso si riferiscono a tipiche opere semipermanenti: le buche scavate sull’orlo del crinale, rivolte a sud verso Serravalle e la vallata di Soci, ospitavano cannoni di medio o grosso calibro. Il lavoro di costruzione prevedeva normalmente uno scasso iniziale ottenuto con bombe, o altrimenti l’esclusivo lavoro degli operai della famosa Organizzazione Todt, una sorta di impresa paramilitare che arruolava in tutta Europa decine di migliaia di autoctoni sul territorio invaso destinandoli ai lavori campali e al sostegno dello sforzo bellico in cambio di una piccola paga, o, nel peggiore dei casi, della vita. Con lo stesso criterio venivano costruite le cosiddette piazzole per mortaio, sempre di forma circolare, larghe 2 m e fonde 1,5 m. Le buche sopra indicate erano collegate, attraverso un breve camminamento, con un altro scavo meno profondo, posto rispetto ad esse nell’interno del crinale: questo era utilizzato come ricovero truppa o deposito di munizioni. Presenti sono anche numerosi esempi di vere e proprie trincee, punti di avvistamento e centri di fuoco. Occorre inoltre ricordare che il settore casentinese della Linea Gotica, costruito tra il marzo e il settembre 1944, rimase quasi del tutto inutilizzato, se non per ritardare di poco l’avanzata anglo-americana nei paesi principali: i tedeschi, infatti, preferirono arroccarsi sulle vicine posizioni, ben più fortificate, del Passo della Futa, così come gli Alleati decisero di avvalersi di una manovra a tenaglia che lasciava inutilizzato il nostro territorio.

 

QUIETE E RINASCITA

Giorgio Vasari a Camaldoli

 

DOMENICA 27 OTTOBRE DALLE ORE 9:30 ALLE 10:30 circa VISITA GUIDATA PRENOTATATA PER NOI GRUPPO CAI FAENZA E CAMPOBASSO.

 

COSTO: il prezzo per noi eccezzionale comprende l'ingresso e la visita guidata  è di 8 euro

 

( Si avvisa che chi non parteciperà alla visita aspetterà al Monastero il termine della visita per poi cominciare tutti assieme l'escursione per il "Sentiero della Linea gotica")

 

 

In occasione delle celebrazioni per il 450°anniversario della morte di Giorgio Vasari e Cosimo I de’ Medici (importante protettore e mecenate dell’artista aretino), la comunità monastica di Camaldoli, in collaborazione con la Regione Toscana, il Comune di Poppi e Mazzafirra, presentano la mostra intitolata QUIETE E RINASCITA. Giorgio Vasari a Camaldoli. Il celebre pittore aretino realizzò in Casentino numerose e significative opere, molte delle quali – addirittura sedici quelle custodite a Camaldoli – sono tuttora conservate in loco: esse potranno essere ammirate e conosciute seguendo la loro successione cronologica all’interno del Monastero di Camaldoli. Si tratta, dunque,  di un'occasione unica di visitare ambienti solitamente sottoposti a clausura, quali la sagrestia, il capitolo e il coro e opere mai viste al pubblico come l'Orazione nell'Orto, ultimo capolavoro che il Vasari eseguì per Camaldoli.

Quando Vasari cominciò a frequentare Camaldoli, nel 1537, si trovava in una situazione esistenziale difficile: era quel tempo, un giovane pittore promettente ma non aveva più “santi in paradiso”: i suoi protettori, il cardinale Ippolito de’ Medici e il duca Alessandro, erano morti a breve distanza l’uno dall’altro e Vasari non poteva contare su altri committenti che gli garantissero una continuità di impiego tale da mantenere la numerosa famiglia. È in questa situazione disperata, segnata da una sorta di vagabondaggio per l’Italia in cerca di occasioni di lavoro, che Vasari approdò a Camaldoli, tramite l’intercessione del suo antico maestro di lettere, Giovanni Pollio detto il Pollastra. I monaci commissionarono al pittore la prima di una lunga serie di opere e, nei giorni che trascorse a Camaldoli per definire i dettagli dell’incarico, si dissiparono provvidenzialmente le «immaginazioni spaventose» che gli avevano «ammorbato l’intelletto» e lo avevano reso malinconico quasi al punto – sembra di capire – di pensare di togliersi la vita.

Rinfrancato dal contatto con la natura, dove respirava la «perfezione che si cava dalla quiete», e soprattutto dai dialoghi spirituali con alcuni eremiti che gli sembravano «angioli di paradiso», Vasari ritrovò la serenità perduta e – crediamo – una rinnovata fiducia nel proprio talento. Da quel momento in avanti la sua carriera si risollevò e anzi prese il volo, senza incappare in ulteriori battute d’arresto, verso la prosperità e la fama…

Dopo circa trent’anni, Vasari dipinse per l’Infermeria di Camaldoli l’Orazione nell’Orto, che in occasione di questa iniziativa viene eccezionalmente spostata dalla cappella dell’Infermeria, sottoposta a clausura, e collocata nella Biblioteca dell’Antica Farmacia, per poter essere ammirata dai visitatori.

Un avvincente percorso nell'intimità della vita e nell'arte di Giorgio Vasari, con l'eccezionale occasione di visitare ambienti interni del Monastero di Camaldoli.